La parola più gettonata all’inizio di questa campagna elettorale per le amministrative di Vasto è “cambiamento”.
Tutti invocano il cambiamento e, in effetti, la pubblicazione delle liste ha subito evidenziato importanti cambiamenti di schieramento che hanno fatto discutere la Città, ammirata da tripli salti mortali e giravolte in cui si sono esibiti i saltimbanchi della politica locale alla ricerca di tranquille zone di atterraggio in prossimità magari di qualche piccola o grande poltrona.
Ancora una volta si è confermato che centrodestra e centrosinistra sono le facce della stessa medaglia, quella di gruppi di potere che si fronteggiano alle elezioni per stabilire a chi tocca formalmente amministrare ma che, in conclusione, trovano il modo di andare avanti insieme a tutela dei rispettivi gruppi, ma non certo nell’interesse dei cittadini.
Chi, in passato, non ha sentito voci dell’asse Tagliente-Lapenna che avrebbe governato la Città per almeno 20 anni? Ecco! Inaspettatamente quest’asse sembra essersi materializzato da un mondo virtuale nella realtà della candidatura Notaro che raggruppa lapenniani scontenti di Menna e taglientini scontenti del centrodestra e protagonisti quindi della spaccatura della Lega. Si è spaccata anche Forza Italia dopo un simpatico duetto Giangiacomo-Zocaro della serie “resto io o te ne vai tu?” con vittoria finale di Giangiacomo che pure aveva annunciato, in tempi recenti, il suo ritiro dalla politica (ma dopo Renzi a queste cose non bada più nessuno).
“La Buona Stagione” in effetti sembra rimpiangere le passate stagioni delle amministrazioni Lapenna, sminuite invece dal Sindaco Menna che, preso da manie di grandezza, si è vantato di aver risanato il Bilancio e la Cassa del Comune, di aver definito transazioni milionarie ventennali, di aver estinto tutti i debiti e di aver intercettato 60 milioni di finanziamento. Tutte balle che il M5S e le altre minoranze hanno contestato con dati di fatto ma che, indiscutibilmente, manifestano l’autoesaltazione del Sindaco uscente nei confronti delle amministrazioni Lapenna che, in 10 anni, non hanno risolto problemi ereditati e brillantemente portati a termine da Menna in soli 5 anni.
Il magma della politica vastese quindi si divide per poi riunirsi ancora in una massa umana indistinta che, sfidando anche l’età anagrafica, cerca di restare pervicacemente nel giro del potere, magari anche integrando la pensione con uno stipendio perché, lo si sa, nel centrosinistra chi ha più voti fa l’assessore e chi non fa l’assessore, alla fine…cambia schieramento.
In questo scadente quadro politico l’unica, vera e reale candidatura alternativa e di cambiamento è quella di Dina Carinci.
Dopo 5 anni di dura e coerente opposizione in Consiglio comunale, insieme al collega Marco Gallo, Dina Carinci ha chiesto pubblicamente il sostegno di cittadini non avvezzi ai salti mortali della politica di potere, ma con i piedi saldi a terra, la schiena diritta, gli occhi aperti e, soprattutto, la voglia di dare un contributo personale a Vasto, la Città che amano.
Certo, nel perimetro delle liste che sostengono Dina Carinci mancano promesse di favoritismi e prebende, e mancano piazzole d’atterraggio per i saltimbanchi, mentre sono disponibili ampi spazi di libertà per i cittadini che vogliano sentirsi veramente liberi in una Città che deve necessariamente ritrovare i suoi antichi valori culturali, morali e di legalità.
Valori che non possono ritrovarsi nei dissidenti del centrosinistra alleati con i dissidenti del centrodestra uniti impudentemente sotto la foglia di fico di una “figlia d’arte”, e neppure in anacronistiche riedizioni del centrodestra contaminate da ex vicesindaci , ex assessori di Lapenna e ex consiglieri di Menna: tutta gente che abbiamo già visto all’opera con risultati disastrosi per la Città, condannata a una continua, inesorabile decadenza da almeno 25 anni.
Gli elettori chiudano il sipario su questo squallido teatrino della politica vastese e diano fiducia a Dina Carinci e ai cittadini che liberamente la sostengono.